Il Dobermann Pinscher, o più semplicemente Dobermann, è una razza canina di origine tedesca riconosciuta dalla FCI. Il nome deriva dal suo creatore, il tedesco Friedrich Louis Dobermann, che creò la razza nel 1890.Tradizionalmente, le orecchie sono tagliate e la coda amputata; la pratica è illegale in alcuni Stati.
I Dobermann sono rinomati per il loro comportamento attento, tenace e leale al suo padrone: ciò lo rende un cane da difesa.
Dobermann | |
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Classificazione FCI – n. 143 | |
Gruppo | 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer, molossoidi e cani bovari svizzeri |
Sezione | 1 Tipo pinscher e schnauzer |
Sottosezione | 1.1 Pinscher |
Standard n. | 143 del 14/02/1994 (en fr) |
Nome originale | Dobermann |
Varietà | A – nero focato B – marrone focato |
Tipo | Compagnia, difesa, utilità |
Origine | Germania |
Altezza al garrese | Maschio 68-72cm Femmina 63-68cm |
Peso ideale | Maschio 40-45kg Femmina 32-35kg |
Storia
Il Dobermann è recente e le sue origini si formarono nel lasso di tempo che va dal 1850 al 1870 ad Apolda, nell’attuale Turingia, in Germania. Il creatore della razza, Friedrich Louis Dobermann, si occupò di svariati incarichi in questa città, tra i quali il messo comunale ed esattore delle tasse, lavori pericolosi per quei tempi. Frequentatore di mostre canine dove venivano esposti animali selezionati per le loro qualità migliori, sentì l’esigenza di selezionare una razza dove spiccasse il coraggio, la tempra e l’amore viscerale verso il padrone. Creò un cane che, nel momento del bisogno, si tramuta nel miglior difensore che si possa desiderare di avere al proprio fianco.
Le razze utilizzate per la selezione del Dobermann sono varie e non si conoscono tutte con certezza. La base di partenza fu il pinscher e vennero poi introdotti lo stoppelhopser, l’antenato dell’attuale cane da pastore tedesco, rottweiler usato come bovaro, il levriero greyhound, il beauceron, l’alano blu ed il bracco di Weimar.
La razza dobermann venne ufficialmente riconosciuta nel 1898, ben quattro anni dopo la morte del suo creatore.Il merito maggiore dell’istituzione di un libro genealogico sulla razza va ad Otto Göller, giudice nelle esposizioni tedesche, amico di Karl Friedrich ed allevatore e studioso della stessa. Göller allevava con il suffisso “Von Turingen” ed i primi dobermann ad entrare nel libro delle origini tedesco furono i suoi Graaf Belling V. Gronland e Gerthilde V. Gronland.
Durante la prima guerra mondiale, i Dobermann vennero impiegati nell’esercito tedesco per portare ordini al fronte, ricercare feriti e dispersi e per fare la guardia a prigionieri o depositi. Oggigiorno viene adoperato da moltissime associazioni di pubblica utilità come cane da ricerca e soccorso e da svariati eserciti come cane da difesa o da ricerca di stupefacenti ed esplosivi. Negli USA viene usato dai marines, che lo soprannominano “devil dog”, a causa della particolare similitudine con le corna che assumono le orecchie quando vengono tagliate.
Carattere
Contrariamente a come viene descritto il Dobermann non è un cane aggressivo e violento.
Energico e molto curioso. Classificato come cane da difesa, presenta un ottimo livello di addestrabilità e voglia di apprendere. Legatissimo alla famiglia nella quale vive, necessita di un costante contatto con il suo padrone che venera e difende fino alla morte. Dimostra grande delicatezza, premura ed attenzione verso i bambini. È un ottimo compagno di giochi, sempre allegro, molto paziente e tollerante. Naturalmente è indispensabile che i bambini vengano educati al rispetto del cane e che durante il gioco sia presente un adulto (ma questo vale per ogni tipo di animale).
Descrizione
Cane di taglia medio-grande, atletico e slanciato, si presenta con grande eleganza. Muscoloso ma complessivamente leggero, non deve mai dare l’impressione di pesantezza. Linea dorsale retta. La coda è sottile, di media lunghezza e con pelo sempre raso. Cranio forte e in armonia con l’insieme del cane, assi cranio-facciali paralleli, stop ben sviluppato e largo, occhi di media grandezza e ovali , le orecchie sono di lunghezza media e pendono adiacenti alle guance, collo slanciato muscoloso ed elegante. Unghie lunghe e nere.
Il pelo è sempre raso e lucido. Il colore più comune è il nero focato, ma viene ammesso dallo standard anche il marrone focato; altri colori non riconosciuti dallo standard FCI sono il blu focato, l’isabella e l’albino. Per quanto riguarda il manto blu ed Isabella, dal 1995 non sono più accettati e non è stata più permessa la riproduzione agli individui di quel tipo, in quanto si è scoperto che il gene che attribuiva il colore del manto era lo stesso che poi causava al cane una forma di alopecia (perdita del pelo su tutto il corpo con formazione di croste tendenti all’infezione) detta “del mutante di colore”. Questa patologia, detta anche CDA (Color Dilution Alopecia) o Blue Dobermann syndrome, porta perdita di pelo, presenza di pelle squamosa e di pustole localizzate principalmente su collo e tronco (sono risparmiati coda, testa ed arti). Si presenta, in genere, a partire dai 4 mesi per aggravarsi in seguito (dopo i 20 mesi). È una malattia cronica difficilmente curabile.
Una recente statistica (2000) condotta negli Stati Uniti, dove lo standard AKC-DPCA riconosce tutti i quattro colori, ha evidenziato che il 93% dei Dobermann blu ed il 75% di quelli isabella soffrono di CDA.
Va notato che non si è mai fatto riferimento al manto bianco. Questo colore ha fatto la sua prima comparsa documentata nel Dobermann Padula’s Queen Shebah, nata nel novembre 1976 e registrata dall’AKC. I genitori erano Rasputin VI e Dynamo Humm (cani con colorazione normale). Tutti gli altri Dobermann bianchi comparsi successivamente negli Stati Uniti discendono da Shebah (è stata creata un’apposita lista, detta z-list, per tenerne traccia). Il colore è dovuto ad un gene, detto masking factor, con locus differente da quelli sino ad ora esaminati.
È stato osservato un accoppiamento fra Dobermann bianco ed isabella che ha prodotto una cucciolata di soggetti nero focati. Visto il genotipo che determina il colore isabella si è dedotto che i geni dominanti B e D devono esser stati forniti dal genitore con mantello bianco.
In aggiunta sono documentati accoppiamenti fra Dobermann bianco e gli altri quattro colori che hanno prodotto cuccioli neri, marroni, blu ed isabella per cui il masking factor per manifestarsi deve essere omozigote.ipsoiva .
Il masking factor (W no masking, w masking) opera indipendentemente dai precedenti geni: se un cane ha la coppia ww sarà bianco/crema altrimenti il suo colore sarà normalmente determinato. Un cane con la coppia Ww è un “bianco recessivo” e può portare il masking factor alla sua progenie. La maggior parte dei Dobermann ha la coppia WW.
Il Dobermann bianco è considerato un albino parziale, ha occhi azzurri, mantello color crema con macchie marrone chiaro; soffre di fotofobia (non tollera la luce e tende spesso a socchiudere gli occhi); il carattere è estremamente timido. Queste caratteristiche fanno si che nessuno standard ammetta il mantello bianco (l’AKC ha modificato, nel 1982, il suo standard per escludere, esplicitamente, i Dobermann bianchi).
Comportamenti con gli umani
Il dobermann risulta estremamente equilibrato e fedele con gli umani. È capace di rendersi conto in fretta della situazione che gli si prospetta, prendendo la decisione più appropriata. Molti fattori contribuiscono al carattere del cane, e quasi sempre dipendono dal tipo di educazione impartitagli, dall’uso che il padrone vuole fare dell’esemplare, adatto ad ogni tipo di richiesta/circostanza; bisogna comunque ricordare che si parla di una razza profondamente affettuosa, curiosa e leale con il padrone, che tende a legare eccessivamente con il soggetto che riconosce come tale, ma anche con la famiglia di questo. Una buona socializzazione ed un proprietario dal comportamento coerente, che sappia impartire una ferma educazione, danno la possibilità di godere di un cane dalle qualità e dall’intelligenza sicuramente fuori dal comune.
Amputazioni
Al Dobermann, come ad altre razze di cane, la tradizione cinofila richiedeva che venissero amputate le orecchie, in maniera tale che restassero erette e a punta, e la coda, che veniva tagliata alla seconda vertebra. Le amputazioni venivano fatte per tre motivi: 1) Estetico: il cane acquisisce un’aria più aggressiva 2) Funzionale, eliminando i punti che possono essere usati per fermarlo 3) Farlo diventare temibile come cane da difesa, non potendo far vedere quando è contento o quando spaventato.
La pratica è al giorno d’oggi proibita in diverse nazioni europee tra cui Germania (1987 per il taglio delle orecchie e 1997 per il taglio della coda), Svizzera (1998) ed Austria (2000). In Italia dal 1º novembre 2011, per forza della legge numero 201 del 4 novembre 2010 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, data 13 novembre 1987, nello specifico per l’Articolo 10, sono vietati gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi, in particolare: a) il taglio della coda; b) il taglio delle orecchie; c) la recisione delle corde vocali; d) l’asportazione delle unghie e dei denti. Sono considerate eccezioni a tale divieto i casi in cui un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un determinato animale oppure per impedire la riproduzione. Gli interventi nel corso dei quali l’animale proverà o sarà suscettibile di provare forti dolori debbono essere effettuati solamente in anestesia e da un veterinario o sotto il suo controllo. Gli interventi che non richiedono anestesia possono essere praticati da una persona competente in conformità con la legislazione nazionale. I cani nati prima della legge ma successivamente al 12/01/2007 non possono partecipare alle esposizioni cinofile cani con la coda e le orecchie amputate in violazione all’Ordinanza Turco, fatta eccezione per i soggetti appartenenti alle razze con caudectomia prevista dallo standard FCI. Non ci sono restrizioni per i cani nati prima del 12/01/2007.
Nei paesi in cui l’amputazione del dobermann è proibita dalla legge, la selezione ha portato a orecchie più piccole e meglio aderenti, code a scimitarra, o a punto interrogativo, nonché a cani nati naturalmente anuri o “natural bob tail”.
Miti legati al Dobermann
Spesso temuto già solo per il suo aspetto apparentemente aggressivo, il dobermann è vittima di falsi miti come, per esempio, la crescita eccessiva del cervello con conseguente pazzia, che deriverebbe dalla compressione dello stesso nella scatola cranica. Tale diceria ne fa una delle razze più discusse, nonostante si tratti di un mito sfatato ormai da tempo: qualunque essere vivente la cui massa cerebrale sia soggetta a compressione, anche in misura minima, manifesterebbe evidenti problemi non solo a livello di umore e di carattere, ma anche a livello motorio e sensoriale. In altri termini, qualsiasi essere vivente dotato di encefalo racchiuso in scatola cranica, che si trovasse in tali condizioni, avrebbe progressive difficoltà nella deambulazione, nel controllo sfinterico, nell’orientamento e nell’equilibrio, oltre a evidenti deficit visivi, uditivi e sensoriali in genere, fino alla morte, dovuta al graduale e inarrestabile deterioramento cerebrale. Tale affermazione risulta quindi essere palesemente falsa.
Patologie ereditarie trasmissive nel Dobermann
Nel corso degli ultimi 14 anni il Dobermann ha avuto diverse evoluzioni morfologiche con un miglioramento notevole sul lato estetico. Tuttavia questo processo utilizza un processo di inbreeding ovvero utilizzo di geni di cani aventi delle caratteristiche di bellezza piuttosto marcate che hanno portato la razza ad avere tante patologie ereditarie complesse tra queste la cardiomiopatia dilatativa (DCM), la wobbler, displasia dell’anca, ecc.
La più terribile delle patologie che attualmente fa vittima circa il 65-74% della popolazione dobermann del mondo è proprio la cardiomiopatia dilatativa che riduce fortemente la vita media di questa razza dai suoi 10-12 anni a 2-6 anni.
Diffusione
Nel 2016 sono risultati iscritti al libro genealogico dell’ENCI 1565 soggetti.
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